Il bambino ranocchio
Crescere o non crescere? Questo è il problema. Qualcuno disse che bisogna stare attenti a ciò che si desidera, perché i propri desideri si potrebbero avverare … e saranno quelli giusti? Accettare la realtà o rifugiarsi solo nei sogni? Sicuramente fa bene sognare, ma è bello anche svegliarsi dopo un brutto sogno ed apprezzare il mondo meraviglioso che ci circonda!
La scrittura di questo testo nasce dalla lunga esperienza di lavoro ludico-didattico con i bambini, dalla conoscenza approfondita del loro immaginario, che prende forma nei loro disegni in cui è possibile “leggere” come in un libro aperto fantasie, paure, sogni.
Molto vicino allo loro esperienza quotidiana, e quella di genitori e insegnanti, il tema messo in scena è quello … dei capricci!
Da principio, il burattino protagonista, Oreste si trova a confrontarsi proprio con i propri molteplici capricci, qui raffigurati come illustrazioni di un libro che prendano vita, sagome dipinte con caratterizzazioni antropomorfe molto espressive e stimolanti la fantasia, che gli rispondono con toni adeguati ai diversi ruoli: l’acqua del rubinetto gorgogliando, il giubbetto scherzosamente, le scarpe scalpitando, la minestra verde borbottando, il libro sillabando una ritmica filastrocca dell’alfabeto, il letto sbadigliando insonnolito, perfino i giocattoli malinconicamente annoiati si lamentano del fatto che Oreste non vuole nemmeno giocare con loro!
Così testardamente, inseguendo il filo delle proprie fantasticherie capricciose, il bambino, distolto dalla voce della nonna che lo chiama per andare a scuola, trasale e, avendo espresso un certo desiderio … si ritrova trasformato in un bel ranocchio verde! Desiderio esaudito!
Ben felice di non dover più obbedire a nessuno, pensando di aver risolto tutti i suoi problemi di capricci, comincia la sua nuova avventura saltellando allegramente e sbadatamente inseguendo grilli e farfalle …
Ben presto però comincia a fare incontri poco rassicuranti: da un lupo affamato deciso a far colazione con questo bocconcino prelibato, Oreste viene salvato per un pelo dalla voce della nonna che chiamandolo, mette in fuga il lupo “allergico a tutte le nonne da quella volta di Cappuccetto Rosso”!
Appena riavutosi dallo spavento, il bambino ranocchio vede spuntare una punta nera … l’inconfondibile cappello della Strega Maldestra che, stufa di essere brutta e cattiva, secondo la ricetta del Mago Pasticcione, stava giusto cercando un ranocchio da baciare, con orrore di lui, per trasformarsi in una bella principessa! Per fortuna anche questa volta, Oreste si salva: qualcosa nella ricetta non funziona e la strega se ne va delusa e arrabbiatissima col mago …
che ovviamente arriva poco dopo cercando la strega, e non appena vede il ranocchio ancora tremante decide di farci il Brodo Verde che rende ancora più belli! Però, Pasticcione com’è, sbaglia parola magica e pronuncia quella che fa scomparire!
Ancora una volta Oreste ranocchio, tira un sospiro di sollievo e tenta di rientrare in casa, la nonna, che ha in simpatia questo ranocchietto lo rimette puntualmente in giardino …
Qui l’ultimo incontro che terrorizza il povero Oreste: il suo migliore amico Pierino, che ovviamente non lo riconosce, è venuto a chiamarlo per andare insieme proprio a caccia di ranocchie! Inutile dire il parapiglia che ne consegue quando Pierino vede il ranocchio che gracidando non riesce a farsi capire … ultimo salvataggio di nuovo con la nonna che salutando Pierino gli fa sfuggire l’ambita preda!
Così sopravvissuto a tante disavventure, stremato, affamato e infreddolito, il bambino ranocchio comincia ricordare come era bello quando era un bambino …
Quando tutto sembra perduto, grazie alla magia di Bignè, clown narra favole che vive a metà tra sogno e realtà, e si presenta con la sua sigletta dell’allegria ritrovata, che sa come fargli fare le giuste promesse, e chiama una bimba – principessa e tutti i bambini del pubblico in suo aiuto, Oreste torna ad essere un bambino vero, e di nuovo chiamato dalla nonna, finalmente si sveglia e capisce che è stato tutto un brutto sogno!
L’esperienza però è catartica: da oggi in poi Oreste sarà volenteroso e ricco di fantasia … positiva, avendo imparato ad apprezzare tutte le meraviglie che la vita ci offre ogni giorno!
I bambini seguono con molta attenzione e partecipazione le avventure del bambino ranocchio, si identificano in lui ed esprimono le loro idee in merito, in quanto il tema dei capricci li tocca personalmente in modi diversi, il Clown Bignè li conduce attraverso la storia e facilita le loro osservazioni con attenzione e leggerezza al tempo stesso.
La voce fuori campo della nonna desta volutamente l’immaginazione dei bimbi lasciando spazio alla fantasia di ognuno nell’associarvi un volto.
Scritto per l’infanzia, appositamente curato nei linguaggi, visivo e verbale, il racconto viene narrato in scena dall’autrice Clown Bignè che interloquisce con i bambini in maniera divertente, mentre dal boccascena del teatrino si avvicendano i personaggi burattini e le sagome dipinte.
Nell’epilogo, Bignè mette in connessione il protagonista con il pubblico, che aiutando il burattino, diventa protagonista a sua volta in un momento di emozione e crescita condivisa.
Il finale sorprende allegramente con la crescita smisurata del bambino Oreste che diventa grande tutto d’un fiato ed esce dalla baracca dei burattini … giocando ancora con le bolle di sapone! Dimostra così, metaforicamente, che si può diventare adulti, superando capricci e paure, mantenendo vivo lo spirito fanciullo che c’è in ognuno di noi.
Gli stacchi musicali sono calibrati in modo da rinforzare il colore delle diverse emozioni e sfumature del racconto, definendone i passaggi scenici.
Scritto e messo in scena nel 2009, rappresentato nel teatro di Tor Bella Monaca, nell’Hippoteatro di Capannelle, nella Sala Teatro di Palazzo Rospigliosi a Zagarolo, nell’Estate Romana del Municipio VI Roma delle Torri, in numerose scuole, ed eventi culturali anche all’aperto, con notevole riconoscimento da parte del pubblico sia infantile che adulto.
Scheda tecnica: Il bambino ranocchio
Scrittura e sceneggiatura: Tiziana Di Norcia
Regia: Pietro Marchiori
Cast artistico: Pietro Marchiori, Tiziana Di Norcia
Musiche: Edvard Grieg - Robert Schumann
Materiale tecnico di scena: baracchino in legno componibile 2,00x3,00x1,70, consolle audio, luci, PC, radiomicrofoni
Tecniche: Attori, burattini, sagome dipinte, bolle di sapone
Burattini e scenografie: Pietro Marchiori, Tiziana Di Norcia
Tempo di scarico montaggio e smontaggio: 60 minuti
Durata: 45 min. circa
Esigenze tecniche: Quadratura nera, su pavimento o su palco, spazio minimo 3mX3mPubblico: 3-6 anni