Il paese di Tuttinpiedi

scritto da Tiziana Di Norcia

Tra gli Eventi proposti nell’ambito del Progetto “Viviamo PreGio” 2018, promosso dal GAL all’interno della Rete dei Musei Prenestini, gli alunni della scuola dell’infanzia di Cave sono stati partecipi, a cura del Museo Lorenzo Ferri, della decorazione di quattro panchine in travertino sulle quali sono stati scolpiti, dagli artisti dell’Accademia… i disegni dei bambini stessi. Da questi soggetti grafici nasce lo spunto per l’elaborazione della storia del Paese di Tuttinpiedi, in cui i disegni incisi sulle panchine, riprodotti fedelmente su cartonato, come se si ristaccassero dalla pietra, prendono vita e nello svolgimento della lettura fuoriescono dalla baracca e vanno a comporre un grande pannello che li riunisce nell’immagine conclusiva.

La storia vuole sottolineare favolisticamente l’importanza delle panchine come punto fondamentale dell’incontro tra persone, in una quotidianità in cui vengono ritrovati i valori del tempo condiviso, dell’aiuto reciproco, del superamento di pregiudizi e stereotipi, e non solo come oggetto di decoro e arredo urbano.  

Lo stile narrativo attinge dagli insegnamenti Rodariani, in cui la libertà di espressione e composizione della scrittura creativa, si riconduce alla trasmissione di concetti educativi e costruttivi.

Un gatto e un cane viaggiatori, arrivano in un paese in cui, da tempo immemore, non esiste nessun oggetto atto a sedersi. Provano a chiedere ai passanti, ma nessuno capisce di cosa parlino. Quindi grazie all’intervento di vari personaggi sibillini, quali un uccellino, una fata stellina, verrà svelato e risolto il mistero: il Re Porcello, da quando infante non poteva più sedersi da nessuna parte per via della sua mole sotto cui si schiantava qualsiasi sedia, motivo per cui tutti lo deridevano, aveva decretato che fosse vietata la costruzione e l’utilizzo di ogni tipo di oggetto per sedersi. Pertanto viene chiamata la famiglia dei maghi artigiani, che in una notte magica costruisce le più belle, comode e resistenti panchine sulla pubblica piazza. Il mattino dopo il Re fu invitato dal popolo a gran voce, entusiasta per la grande novità, e si lascia convincere ad uscire dal suo castello, dove viveva ormai isolato da tutto, e finalmente, sedendosi vicino alla nuovissima pianta dei cuori, appena spuntata nell’aiuola affianco, si ritrova comodamente insieme alla sua gente, con grande soddisfazione di tutti.