Colombina e Arlecchino, smascherano Furbettino


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Due tra i personaggi più tipici della Commedia dell’Arte interpretano con arguzia uno dei canovacci classici del repertorio popolare: il Re Aristolfo promette in sposa la sua figliola ad un sedicente principe Furbettino, in realtà galeotto appena evaso di prigione, il cui inganno, che mira solo all’acquisizione della dote della principessa Arianna, viene smascherato proprio dalle due maschere Colombina e Arlecchino. 

Nella leggerezza propria del Carnevale, tra frizzi e lazzi, vengono sottolineati i valori della sincerità, dell’onestà e della generosità, quest’ultima in riferimento all’antefatto della storia in cui, sempre i due vivaci e colorati protagonisti, hanno offerto una cena a tutti i poveri del paese in onore al Re Carnevale … svuotando le dispense del Re Aristolfo! In effetti è proprio per questa licenza presa all’insaputa del Re che si trovano costretti ad inventare pietanze inverosimili per allestire in tutta fretta il pranzo di accoglienza per l’aspirante sposo, ma, come suol dirsi “non tutti i mali vengono per nuocere”. 

Infatti, avendo scoperto la vera identità del falso principe imbroglione, è proprio con la somministrazione, al malcapitato di un menù composto da immangiabili manicaretti cucinati appositamente con ingredienti comicamente nauseanti, che i due furbi servitori di corte lo dissuaderanno dal suo truffaldino progetto mettendolo in fuga. 

La piccola farsa si conclude con uno spassoso carosello di cambi di umore, tra gli svenimenti della principessa delusa che repentinamente torna di ottimo umore decidendo di “piangere domani” e il disappunto del Re, che preoccupato per la figliola, dopo aver brontolato ovviamente con Arlecchino e Colombina, capisce saggiamente che, anzi gli hanno reso un bel servigio scongiurando il raggiro, e per ricompensarli decide di dare una festa in maschera … invitando a cena tutti i poveri del paese!

 

La struttura dello spettacolo si basa sulla ritmica alternanza di scene in cui i due personaggi d’attore, Colombina e Arlecchino oltre ad interloquire con il pubblico, dialogano sia tra di loro sempre alla ricerca di stratagemmi, sia con i personaggi burattini interpretati con sorprendente avvicendamento.  

I brani cantati dal vivo, tratti e riadattati dalla tradizione popolare, il ballo finale, che in ambienti idonei può coinvolgere anche il pubblico in un momento di festa, rendono lo spettacolo particolarmente vivace e adatto al periodo di Carnevale. 

In scena abbiamo la baracca dei burattini, con fondali scorrevoli, elegantemente vestita di sipario fino a terra che scorrendo lateralmente fornisce le quinte agli attori, e una  scenografia con oggettistica che rende l’ambientazione da cucina di corte. 

Messo in scena dal 2014, rappresentato in numerose scuole, ha ottenuto molti apprezzamenti in quanto di facile comprensione eppure ricco di sfumature e sottigliezze che stimolano la capacità intuitiva dei bambini e li avvicina al

teatro delle maschere con linguaggi visivi e verbali nitidi e convincenti.



SCHEDA TECNICA: Colombina e Arlecchino smascherano Furbettino

Sceneggiatura: Tiziana Di Norcia

Regia: Pietro Marchiori

Cast artistico: Pietro Marchiori, Tiziana Di Norcia

Musiche: Medievali, anonime, Paganini

Materiale tecnico di scena: Baracchino ligneo di 1,50mx60cm, luci, impianto voci 600W. Larghezza m. 3, Profondità m. 3, Altezza: m. 2,20, Carico Elettrico: 3 Kw

Tecniche: Miste attori, maschere, burattini, pupazzi animati

Burattini e scenografie: Pietro Marchiori, Tiziana Di Norcia

Tempo di scarico montaggio e smontaggio: Un’ora e mezza

Durata: 40 min. circa

Esigenze tecniche: Quadratura nera, su pavimento o su palco 4mX4mX2,50h

Pubblico: 6-10 anni